La dominazione romana del comprensorio sabatino si realizza formalmente con la conquista dell’etrusca città di Veio avvenuta nel 396 a.C. in seguito ad un assedio durato dieci anni.
I Romani si insediarono gradualmente nei luoghi dove gli Etruschi si erano insediati intorno al IX secolo, con la conseguente espansione a partire dal VII sec. a.C. Il dominio di Caere infatti, che si attestò presso i Monti Sabatini in prossimità dell’agro falisco, della valle tiberina e della bassa Sabina fino al confine con la stessa Veio, rappresentò un momento di sviluppo e di crescita per l’intero territorio sabatino.
Il processo si intensificò a partire dal VI sec. a.C., grazie al perfezionamento delle vie di comunicazione, le quali permisero una maggiore facilità di collegamento tra differenti zone dal punto di vista geografico come il litorale, la pianura e le aree montane. La scomparsa di Veio ad opera dei Romani, spianò la strada all’espansione di Caere all’inizio del IV sec. a.C. come testimoniato dall’antico nome del lago di Martignano detto lacus Alsietinus, toponimo derivante da Alsium, il più orientale dei tre porti di Caere e corrispondente all’attuale Palo.
Le attività praticate dagli Etruschi nella zona dei due laghi erano quelle dell’allevamento del bestiame e dell’agricoltura, con la nascita di villaggi più o meno estesi, tra i quali Trevignano e Vicarello nonché quelli lungo la direttrice stradale che collegava il territorio sabatino con la stessa Caere.
La libertà di azione acquisita da Caere a seguito del crollo di Veio, sua città rivale, durò poco. L’espansione e le conquiste romane avviate con la conquista di Veio si fecero sempre più massicce e nonostante l’accordo di pace firmato con Caere nel 353 a.C. la conquista romana del territorio sabatino fu inesorabile.
Il territorio di Caere si smembrò in unità territoriali ed amministrative, di cui la metà di esse, corrispondenti probabilmente con il territorio sabatino, venne confiscata, dando così vita ad una prima fase del popolamento territoriale. Questo fu possibile grazie al potenziamento di una serie di infrastrutture come le vie di comunicazione e le bonifiche per lo sfruttamento dei campi. Si passò così dai pochi insediamenti abitativi presenti nel periodo repubblicano, agli insediamenti agricoli e alle grandi ville signorili denominate praetoria del medio e tardo impero. La villa di età imperiale era indubbiamente più grande e confortevole della domus di città, con un ampio parco che la circonda ed una serie di confort, come i gli ambienti termali, le cisterne per la distribuzione dell’acqua e in alcune occasioni, peristili che racchiudevano giardini riccamente arredati da statue ed altri preziosi ed eleganti arredi. Questi grandi complessi inoltre erano spesso circondati da edifici rustici, al servizio della villa, come stalle, granai e ambienti per la produzione di generi che venivano spesso indirizzati verso Roma.
Nel contesto tardo-repubblicano nacquero numerose pars sia lungo le sponde del lago che nell’entroterra, spesso composte dalla pars dominica e da quella fructuaria, rendendosi praticamente autonome ed autosufficienti come il complesso dell’Acqua Claudia.